venerdì 4 luglio 2008

Hello! Hurray!

Salve! Urrà!”. Che lo spettacolo inizi. Io sono pronto.Qualcuno potrà credere che per uno come me, che sono quarat’anni che si esibisce, uno spettacolo valga l’altro e che sia ormai solo una questione di mestiere, di routine.“Non posso avere un mestiere perché non ho una macchina…”.
Ma non è così. Non si tratta di un lavoro come un altro; quando salgo su di un palco sono ben consapevole di non essere un operaio che va in fabbrica a fare la stessa cosa per otto ore di fila, o un conducente d’autobus che si appresta a percorrere per l’ennesima volta il solito tragitto, e nemmeno uno showman televisivo che va in studio a registrare il suo bell’episodio di trasmissione per poi non pensarci più fino alla settimana prossima.“E come fredde macchine marciamo avanti, avanti, avanti e avanti…”.Nossignore, non è la stessa cosa: ogni singolo concerto è un evento a sé stante, unico ed irripetibile.
Perché so bene di aver sempre a che fare con persone diverse – “Benvenuti nel mio incubo…” – e che, per quante volte io possa essermi già trovato sul palco, sotto di esso troverò sempre qualcuno per cui sia invece la prima (o al massimo la seconda!) e che per quelle persone venute lì per me, per cantare insieme le nostre canzoni, quel ricordo sarà comunque indelebile… E se proprio dev’essere così, tanto vale allora che io faccia del mio meglio affinché sia pure piacevole, dato che se lo porteranno dietro a vita!“Io posso rendere reale qualunque vostro sogno…”.
E poi, a dirla tutta, non è solo per i miei fan che m’impegno a rendere uniche le loro serate con me… Anzi, a dire il vero, non sono nemmeno certo di poter effettivamente parlare di “impegno”… Tutto sommato, la verità è che mi viene naturale vivere sul serio ciascun live… Dopotutto, è anche una questione grammaticale, immagino…! Voglio dire… Oltre la maschera, oltre il trucco che ricopre il mio volto, c’è solo un uomo che canta le sue canzoni… “Qualunque maschera può rompersi…”.E quelle canzoni sono state scritte in particolari momenti della mia vita; ciascuna rievoca le sensazioni e le immagini, l’emozioni e le idee di qualche preciso periodo… Cantarle così di seguito così come avviene ad un concerto, è quindi anche un modo per ritirare fuori, per rivivere quei periodi… E metterli a confronto con il come mi sento in quel momento… Può capitare che in due serate diverse possa trovarmi a cantare lo stesso pezzo… E la prima volta pensare: “Dio! Ma che diavolo mi passava per la testa quando ho scritto questa roba!?”… Poi però magari la seconda volta sto meglio con me stesso, ho recuperato lo spirito di quei tempi e mi ritrovo a compiacermi: “Sissignore! Questo è senz’altro il brano migliore che abbia mai fatto!”.
In sostanza, quello che voglio dire è che non potrò mai finire col considerare l’esibirmi come un servizio d’ufficio, perché ogni volta che mi trovo a cantare, mi scopro a sentirmi parte integrante di quel preciso evento e di un’emozione unica.…Prendiamo per esempio… Questa sera stessa! Sono qui che canto per un pubblico giovane, che vuole solo il me più recente, ed è quello che stanno avendo.“E’ proprio un mondo brutale…”.Testi duri e musica incazzata. Così sia. Soddisfo la loro rabbia, la loro sete di casino.
Ma presto, li deluderò di brutto. Perché farò una cosa per me.
Certo, gli darò un duro colpo, li vedrò un po’ persi, un po’ disorientati per via del cambio di solfa, ma in verità non me ne importa poi più di tanto. Se sono davvero miei fan apprezzeranno anche questo, mentre per quello che mi riguarda, adesso c’è solo una cosa che conta…
Mio figlio è qui che mi ascolta. So che questa è davvero una pessima serata per lui, la ragazza l’ha mollato ed ora lui è distrutto. Ed è per questo che è qui…E’ qui perché sa che io potrei fare qualcosa per lui...
E’ qui perché sa che su questo palco, non c’è l’acclamata rock star di sempre, ma solo un padre che vede suo figlio soffrire e che sa come tirarlo su; sa cosa vuole sentirsi dire.Lo sa perché ci è gia passato prima di lui… A suo tempo…
Mio figlio è qui perché tacitamente mi ha fatto una richiesta: ed io so cosa cantare…“Forse potrei perdere la ragione; forse potrei perdere la testa… Ma una cosa non la farò mai: ingoiare il mio orgoglio tornando strisciando da te…”.Una lacrima segna una riga, sciogliendo il trucco da zombie, sul volto di una rock star…

Tribute to Alice Cooper

Nessun commento: